Calia, simienza e…

U siminzaru!

Nelle feste popolari, di Santi e Patroni, non può mancare il banco del siminzaru, il venditore calia e simienza. Per il Festino (la festa di S. Rosalia, patrona di Palermo) al Foro Italico e lungo il percorso che farà la Santuzza, si trovano innumerevoli bancarelle con varipinte illustrazioni di scene dei Paladini di Francia ricolme di ogni sorta di frutta secca disposta in bella vista nei classici munzidduzzi, piccole piramidi di merce accatastata.
Si vende nel classico “coppitello” e così, passeggiando, si può tranquillamente sgranocchiare.

Calia, simienza e …

Si trova ogni genere di frutta secca nella bancarella del siminzaru. Dalla calia (ceci tostati), alla simenza salata o senza sale (semi di zucca essiccati) ai cruzziteddi (castagne secche sgusciate), e ancora carrubbe secche, fave secche, lupini tenuti a bagno nell’acqua salata, nocciole tostate, arachidi, pistacchi tostati, ecc.
Oggi la produzione avviene con moderni macchinari, ma una volta i semi di zucca venivano esposti al sole sui marciapiedi della kalsa e la sera raccolti in sacchi di juta. Dopo diversi giorni di essiccazione, la simienza era pronta, per preparare il tipo salato veniva cosparsa con sale fino.

La calia viene preparata nel caliaturi, un grosso pentolone dove vengono messi a riscaldare sabbia e sale. Quando sono caldi vi si buttano dentro i ceci e si mescolano continuamente fino a quando non diventano bianchi.

Le caldarroste

In autunno si possono trovare anche le caldarroste. E’ facile avvistare anche da lontano il “castagnaro”: il caratteristico fumo bianco che stenta ad alzarsi nel cielo umido dell’autunno è un’icona delle strade palermitane e mentre preannuncia il freddo che sta arrivando, scalda gli animi e fa pensare già al Natale.

Le castagne vengono arrostite in una fornacella fatta da un lungo cilindro. In basso c’è la brace e le castagne stanno in una sorta di griglia forata posta in alto. Di tanto in tanto viene buttato del sale nel fuoco che bruciando forma quella caratteristica patina bianca tipica delle caldarroste palermitane. Anche le caldarroste vengono vendute nel classico “coppitello”.